A partire dal 23 giugno 1563, la sera antecedente alla festa del patrono fiorentino, Cosimo I de' Medici istituì una nuova tradizione per la sua amata Firenze: il Palio dei Cocchi.
La competizione prevedeva quattro cocchi, trainati da due cavalli ciascuno, contraddisti da quattro diversi colori: il verde, il rosso, l'azzurro ed il bianco.
Lo scopo era quello di girare tre volte consecutive nella piazza attorno a due guglie in legno, create per l'occasione e collocate una in direzione della Chiesa di Santa Maria Novella e l'altra verso lo spedale di San Paolo, legate tra loro con una corde che non doveva essere oltrepassata dai giocatori.
La gara durò per ben tre secoli e l'unica modifica attata avvenne nel 1608, per volere del duca Ferdinando I, che ordinò la sostituzione delle lignee guglie in due obelischi in marmo mischio di Serravezza, poggianti su tartarughe bronzee del Giambologna.
Ad assistere alla corsa vi era una grande folla distribuita su tribune in legno, innalzate proprio per la circostanza attorno alla piazza. Anche i granduchi toscani erano presenti con gli ospiti illustri venuti a far visita alla città, seduti su un baldacchino nella parte centrale della loggia della chiesa di San Paolo.
Dal 1858 il palio non si corse più, eccetto nel 1902 per la visita del conte di Torino ed un'altra nel 1935, ma in Piazza della Libertà e non più davanti alla chiesa domenicana.
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Giovanni Signorini, La Corsa dei Cocchi, 1844 circa
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