Il carnevale è, da tempi ormai immemori, una ricorrenza molto amata e festeggiata dai fiorentini.
Fin dal medioevo furono organizzati canti, balli e cene mascherate, ma anche intrattenimenti con giostre, tornei, cacce, partite di calcio e spettacoli che si svolgevano in tutte le piazze del centro storico. Lo spirto scherzoso e giocoso della festività aveva dato vita ad un modo di dire tutt'oggi usato, ovvero “ a carnevale ogni scherzo vale” proprio perchè lo sfrenato divertimento era la caratteristica fondamentale di questa ricorrenza.
L'antico nome usato dai fiorentini per definire questa festività era “carnasciale”, che significava carne a scialo. Questo dimostra l'abbondante consumo di questa pietanza soprattutto nell'ultima settimana di Carnevale che si estendeva da Giovedì Grasso a Martedì Grasso. A conferma di questa testi il Giovedì Grasso fu soprannominato dai fiorentini "Berlingaggio" e fu creato un modo di dire cioè "per Berlingaggio chi non ha ciccia ammazzi i gatto".
Il martedì Grasso, invece, veniva celebrato l'ultimo giorno di Carnevale e a Firenze era tradizione far suonare le campane, le quali furono soprannominate “le campane della carne” perchè annunciavano l'arrivo imminente della Quaresima, periodo nel quale non si poteva consumare la carne. La fine della festività avveniva intorno alla mezzanotte quando veniva fatto bruciare un fantoccio, che rappresentava allegoricamente il carnevale, tra ponte Santa Trinita e ponte alla Carraia.

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