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  • Immagine del redattoreTre passi per Firenze

Brunetto Latini nell'Inferno di Dante

Aggiornamento: 18 gen 2021

Il 2021 sarà l'anno delle celebrazioni dantesche, sono passati infatti 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Abbiamo deciso così di presentarvi alcuni personaggi che Dante incontra durante il suo viaggio nella Divina Commedia e che hanno a che fare con la sua vita e con la sua città, Firenze.




Così adocchiato da cotal famiglia,

fui conosciuto da un, che mi prese

per lo lembo e gridò: «Qual maraviglia!».


E io, quando ’l suo braccio a me distese,

ficcai li occhi per lo cotto aspetto,

sì che ’l viso abbrusciato non difese


la conoscenza sua al mio ’ntelletto;

e chinando la mano a la sua faccia,

rispuosi: «Siete voi qui, ser Brunetto?».


E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia

se Brunetto Latino un poco teco

ritorna ’n dietro e lascia andar la traccia».


I’ dissi lui: «Quanto posso, ven preco;

e se volete che con voi m’asseggia,

faròl, se piace a costui che vo seco».


Ci troviamo nel Canto XV dell'Inferno e più precisamente nel terzo girone del settimo cerchio, dove sono puniti i violenti contro Dio, Natura ed Arte.

Il primo personaggio a toccare fisicamente il poeta durante il suo viaggio, tirandolo per il lembo della veste, è Brunetto Latini, grande uomo politico e maestro di Dante. L'episodio è un'affettuosa rievocazione sul piano personale, ma anche una condanna per essere stato in vita un "uomo mondano". Il maestro si congratula con Dante per aver raggiunto meriti letterari e morali ed al termine del dialogo gli preannuncia l'esilio da Firenze.


Brunetto Latini apparteneva ad una nobile famiglia toscana e si ricorda per la sua attiva partecipazione alla vita politica fiorentina come notaio di parte guelfa. Con la vittoria dei ghibellini (Montaperti, 1260) venne esiliato in Francia e tornò in Italia solo nel 1273, prima come segretario del Consiglio della Repubblica e poi come Priore. Fu anche un importante scrittore e come già detto, maestro e guida di Dante. Le sue opere più importanti sono Li livres dou trésor, una sorta di enciclopedia scritta in lingua d'oïl e poi tradotta in volgare toscano, mentre in italiano si ricordano il Tesoretto e il Favolello, da cui Dante trarrà grande ispirazione.


Brunetto morì tra il 1294 ed il 1295 e la sua tomba si trova nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze, angolo Via de' Cerretani.



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