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  • Immagine del redattoreTre passi per Firenze

Tre membri della famiglia Medici alla Galleria degli Uffizi: Eleonora di Toledo

Eleonora di Toledo, figlia del marchese di Villafranca nonché re di Napoli, è la moglie di Cosimo I de' Medici.

Le cronache del tempo descrivono Eleonora come una delle fanciulle più belle in città: castana, occhi nocciola, la forma del viso era un ovale perfetto e i lineamenti erano dolci e pieni di un'innata maestà.

La coppia si stabilì inizialmente a palazzo Medici di via Larga (oggi Palazzo Medici Riccardi), per poi traslocare in Palazzo Vecchio, che per l'occasione fu ristrutturato ed ingrandito.

Nonostante il loro fosse un matrimonio combinato, la coppia fu veramente molto innamorata. Eleonora seguiva costantemente il suo amato e, quando non poteva accompagnarlo, i cortigiani del palazzo raccontano che si disperava a tal punto da piangere e strapparsi anche i capelli. E quando lui era assente viveva in attesa delle sue lettere: ne avrebbe volute almeno due al giorno.

Eleonora aveva un forte ascendente su Cosimo, infatti lei era l'unica che, oltre a fornire consigli, riusciva a mitigare i suoi continui sbalzi di umore. Era considerata la moglie perfetta, tanto che riuscì a partorire ben 11 figli, anche se alcuni morirono prematuramente.

Non era particolarmente amata dai fiorentini per via del suo atteggiamento visto eccessivamente "altezzoso". Raramente girava a piedi in città, ma sempre cavallo o sopra una lettiga. Eleonora, al contrario, era molto riconoscente al popolo tanto da far abbondanti elemosine, aiutare le fanciulle bisognose a costruirsi una dote e sostenere il piccolo clero, attingendo dalle sue rendite private.

Nell'ottobre 1562 Eleonora seguì Cosimo in un viaggio verso la Maremma, per vedere come procedevano i lavori di bonifica da lui iniziati, ma purtroppo si ammalò e morì in pochissimi giorni.


Uno dei quadri più famosi che la ritraggono è quello ad opera di Bronzino.

Pare che Eleonora stessa commissionò al pittore questo ritratto di lei insieme al figlio secondogenito Giovanni nell’estate del 1545, durante un soggiorno presso la villa medicea di Poggio a Caiano.

La scelta di rappresentare il secondo figlio maschio (e non l’erede al trono Francesco) non è anomala, poiché, secondo i piani, Giovanni era destinato al soglio pontificio così da poter perseguire l’obiettivo di unire Firenze e Roma sotto il governo mediceo. Purtroppo il fanciullo non riuscì a soddisfare le aspirazioni paterne perchè muore giovanissimo.

Eleonora è ritratta con il suo abito più bello e suntuoso, forse quello delle nozze. Il tessuto dell’abito vuole sottolineare la ripresa dell’industria fiorentina della seta, promossa fortemente da Cosimo e importante fonte di ricchezza per la città. Sopra uno sfondo di raso bianco si evidenziano grandi motivi di melagrana in broccato d’oro bouclé, uno dei quali è incastonato come un emblema al centro del corpetto. La melagrana allude alla fertilità, ma era anche un comune simbolo dell’unione coniugale nonché un emblema della Spagna. I frutti sono circondati da arabeschi di velluto nero, un motivo che richiama alcune decorazioni provenienti dalla Spagna moresca. Altri elementi decorativi tipicamente spagnoli sono: il corpetto dallo scollo quadrato; la rete dorata che decora la spalla, ornata di perle che sono a loro volta abbinata alla cuffia che le raccoglie i capelli; le maniche con tagli dai quali si intravede gli sbuffi di una camicia di seta bianca.

La duchessa è impreziosita da gioielli assai elaborati. I lobi delle orecchie sono decorate da orecchini a pendente, mentre al collo indossa due grandi collane di perle, quella più lunga probabilmente era un dono di nozze di Cosimo, mentre quella più corta è ornata da un diamante con taglio a tavola e una perla a goccia. Infine, la vita è evidenziata da una cinta d’oro adorna di pietre con una nappa di perline, forse realizzata su disegno di Cellini.

Per molto tempo si è creduto che Eleonora fosse stata sepolta con il vestito presente nel quadro, ma all'apertura della tomba si scoprì che la donna indossava un abito molto più semplice. L'abito dipinto è oggi visibile alla Galleria del Costume di Firenze, nonostante le fragilissime condizioni del tessuto.

 








 


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