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  • Immagine del redattoreTre passi per Firenze

Lisa Gherardini, la donna fiorentina più famosa al mondo

Lisa di Antonmaria Gherardini, tradizionalmente rinominata Lisa del Giocondo, è la fiorentina più famosa al mondo grazie al dipinto di Leonardo da Vinci.

Nacque a Firenze il 15 giugno 1479 (per l'esattezza in via Sguazza in Oltrarno) e alla sola età di 15 anni andò in sposa al ricco mercate di seta Francesco di Bartolomeo di Zanobi del Giocondo, come sua terza moglie. Secondo alcune ricerche storiche la dote della fanciulla fu stimata a 170 fiorini (1 fiorino equivaleva alle attuali 70 euro circa), ciò testimoniava una decadenza economica della famiglia Gherardini che però fu ripristinata dal matrimonio combinato, il quale garantì a Lisa uno standard di vita molto alto.


La donna è passata alla storia per essere la protagonista di uno dei dipinto di Leonardo da Vinci, "La Gioconda". Vasari nel volume de "Le Vite" oltre a descrive la bellezza della fanciulla, narra l’espediente del pittore che per distrarre la modella dalle lunghe ore di posa aveva creato distrazioni e atmosfere allegre ed affascinanti aiutato da buffoni e musicisti.


Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di mona Lisa sua moglie; e quattro anni penatovi, lo lasciò imperfetto: la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò. Nella qual testa, chi voleva vedere quanto l'arte potessi imitar la natura, agevolmente si poteva comprendere, perché quivi erano contrafatte tutte le minuzie che si possono con sottigliezza dipignere: avvengaché gli occhi avevano que' lustri e quelle acquitrine che di continuo si veggono nel vivo, et intorno a essi erano tutti que' rossigni lividi et i peli, che non senza grandissima sottigliezza si posson fare; le ciglia, per avervi fatto il modo del nascere i peli nella carne, dove più folti e dove più radi, e girare secondo i pori della carne, non potevano essere più naturali; il naso, con tutte quelle belle aperture rossette e tenere, si vedeva essere vivo; la bocca con quella sua sfenditura, con le sue fini unite dal rosso della bocca con la incarnazione del viso, che non colori ma carne pareva veramente; nella fontanella della gola, chi intentissimamente la guardava, vedeva battere i polsi: e nel vero si può dire che questa fussi dipinta d'una maniera da far tremare e temere ogni gagliardo artefice, e sia qual si vuole. Usòvi ancora questa arte, che essendo mona Lisa bellissima, teneva mentre che la ritraeva chi sonasse o cantasse, e di continuo buffoni che la facessino stare allegra per levar via quel malinconico che suol dare spesso la pittura ai ritratti che si fanno: et in questo di Lionardo vi era un ghigno tanto piacevole che era cosa più divina che umana a vederlo, et era tenuta cosa maravigliosa per non essere il vivo altrimenti


Nonostante Vasari fornisca una minuziosa descrizione, soffermandosi su alcuni dettagli superficiali come le ciglia della giovane, pare in realtà non aver mai visto dal vivo il dipinto. Sembra, quindi, che si sia servito di numerose copie e modelli che circolavano in città, tesi confermata anche dal fatto che nella sua descrizione non viene menzionato il paesaggio. L’aretino sostiene che l’opera risulta essere la dimostrazione per eccellenza di quanto l'arte possa imitare la natura arrivando ai vertici del realismo. A conferma di ciò lo scrittore si dilunga sulla grandissima capacità descrittiva di Leonardo, il quale riesce a far percepire l’aspetto psicologico della modella.


Nel 1538 Francesco del Giocondo morì di peste lasciando Lisa vedova, ma solo quattro anni più tardi anche la donna si ammalò e fu portata, dalla figlia Ludovica, al Monastero di Sant'Orsola dove vi rimase fino alla sua morte nel 1542. Questo evento fu trascritto in una delle carte del registro dei decessi della Basilica di San Lorenzo "Donna fu di Francesco del Giocondo morì addì 15 di luglio 1542 sotterrossi in Sant'Orsola tolse tutto il capitolo".





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