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Il Battistero di San Giovanni: la Porta Est, detta anche "del Paradiso"

Immagine del redattore: Tre passi per FirenzeTre passi per Firenze

La Porta del Paradiso, un capolavoro di oreficeria, è la terza porta ad essere stata realizzata.

Rispetto alla precedente Porta Nord, Ghiberti aveva maturato una notevole esperienza nella fusione e, di conseguenza, non aveva più bisogno di un numero consistente di collaboratori. Inoltre aveva due figli che lavoravano con lui, Vittore e Tommaso, che erano in grado di affiancarlo nei passaggi più complessi. Infine, non aveva più bisogno di essere circondato da ragazzini, anche se, soprattutto nella seconda parte dell’esecuzione, ci fu la presenza di alcune importanti figure: una è quella di Benozzo Gozzoli, il quale probabilmente ebbe l’incarico della doratura, che era una tecnica assai complessa che solo in pochi erano capaci di realizzare; un’altra è quella di Michelozzo che, nonostante avesse un pessimo carattere e ci fosse un rapporto molto conflittuale con il maestro, grazie alla sua esperienza veneziana aveva maturato una grande sicurezza nella fusione del bronzo. Una terza figura è quella di Bernardo Cennini, che era stato un altro orafo della vecchia guardia molto abile che, insieme a Michelozzo, fu protagonista di una diatriba abbastanza complicata relativa alla coniazione del fiorino.

Per quanto riguarda l'impostazione della porta, a differenza delle due precedentemente realizzate, in questo caso la divisione avvenne in sole 10 formelle (anche se il progetto iniziale ne prevedeva 28) con le scene collocate non più in una forma polilobate, ma entro una struttura quadrata, elemento geometrico tra i prediletti del Rinascimento insieme a cerchio.

La lettura inizia dall’alto e segue il programma iconografico dettato da Leonardo Bruni, umanista sepolto in Santa Croce: Storie Genesi con la creazione di Adamo ed Eva, Storie di Caino ed Abele, Storie di Noè, Storie di Abramo con sacrificio di Isacco, poi Storie di Giuseppe, Storie di Mosè, storie di Giosuè, Davide e Salomone ed Incontro tra Salomone e Regina di Saba.

La Porta ha un chiaro stampo rinascimentale sia per delle caratteristiche stilistiche, come l'uso della prospettiva e dello “stiacciato”, ma anche a livello di contenuto perché c’è un rimando alla modernità nel riferimento dell’incontro biblico tra Salomone e la Regina di Saba. Infatti, nel 1439 la famiglia Medici era riuscita a trasferire da Ferrara a Firenze il Concilio, nel quale la Chiesa di Oriente e quella di Occidente si incontrarono. Si trattò di un importante episodio storico che rese Firenze prestigiosa a livello internazionale.

In aggiunta, un'altra importante novità è la raffigurazione dell'artista. Partendo dal basso, la terza testina è stata interpretata come il ritratto di Ghiberti già anziano, mentre quella accanto dovrebbe essere il ritratto del figlio. I due volti confermano che l’artista ha pienamente preso coscienza del suo ruolo nella società.





 
 
 

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