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  • Immagine del redattoreTre passi per Firenze

Germana Marucelli, la stilista fiorentina che ruppe con la staticità dell'abito.

Germana Marucelli fu una importante sarta di origine fiorentine che cambiò la storia del costume.

La sua passione per la moda la portò a svolgere un duro apprendistato presso la sartoria Chiostri, una delle più importanti di Firenze, già alla tenera età di 11 anni, ma il suo incontro con l'alta moda avvenne all'età di 16 anni quando le fu dato il permesso di recarsi a Parigi con la zia. Nella città francese imparò a perfezionare il disegno, le tecniche e l’abilità manuale, ma soprattutto comprese l’importanza dei dettagli, dei colori e delle materie prime utilizzate nei grandi atelier. Quando tornò in Italia, Germana, a poco a poco, conquistò tutte le donne che ricercavano abiti eleganti e sofisticati.

Numerose furono le collaborazioni che stipulò con gli artisti, una tra tutte quella con l'artista Getulio Alviani. Quest'ultimo, che si avvicinò al mondo dell'arte alla fine degli anni 50 del '900 creando le prime "linee luce", contraddistinse la sua arte con una visione dinamica della materia, cioè unì forme modulari, luci e geometrie.

La collezione ideata dai due artisti, ufficialmente presentata per la XXIX Manifestazione della Moda Italiana a Firenze nel 1965, prese il nome di "Linea Optical", traendo la propria forza innovatrice dall'incontro tra forma, cioè abito, e segno, cioè motivo decorativo.

Germana, inserendo i motivi optical a dei tessuti in plissè soleil, ruppe con la tradizione perchè introdusse il concetto di mobilità dell'abito. I vestiti erano contraddistinti da piccole pieghe che, cucite o stirate, se abbinate al movimento del corpo umano generavano l'idea di movimento. L'abito, quindi, non era più trattato come oggetto statico ed immobile, ma, se indossato, poteva modificarsi nelle forme in base alle posizioni assunte dalla donne che lo sfoggiava.

La caratteristica di questa collezione, quindi, era un inganno ottico dato sia dalla percezione di chi osserva, ma anche dal movimento effettivo che compieva chi indossava l'abito.

Dopo il successo della linea Optical, Marucelli e Alviani stipularono una nuova collaborazione con la linea "Alluminio", i quali abiti furono decorati da oggetti metallici posti in punti strategici per far riflettere la luce.

Sia nella collezione Optical che Alluminio emerse un nuovo concetto di arte che si distaccava dagli schemi delle precedenti creazioni. L'abito, quindi, non era più considerato come un oggetto passivo, ma prendeva vita ed aveva un senso solo se indossato.


Nelle foto:

Germana Marucelli e Getulio Alviani con le indossatrici Lillina Monti (al centro) e Franca Serpagli (a destra) durante la presentazione della linea Optical (primavera/estate 1965) nell’atelier milanese di Marucelli, Milano. Foto di Ada Ardessi © Isisuf Milano | Archivio Germana Marucelli


Opera "Tensioni", 1965 di Getulio Alviani












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