Per un artista contemporaneo esporre a Palazzo Strozzi implica misurarsi con uno dei simboli del Rinascimento. Per Palazzo Strozzi fare una mostra d’arte contemporanea non significa solo costruire un’esperienza estetica, ma vuol dire prendersi la responsabilità, propria di un’istituzione che vuole parlare al proprio tempo, di trattare i temi più rilevanti del nostro presente. L’arte di Tomàs Saraceno (1973) ci fa riflettere su problemi e sfide della nostra era, l’Antropocene, divenuti sempre più urgenti, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità , il superamento di barriere geografiche e sociali. A Palazzo Strozzi la sua visione aperta e interconnessa che schiude mondi utopici e allo stesso tempo reali, viene ulteriormente amplificata di senso e resa unica dal confronto con un edificio simbolo della cultura umanistica. Questa mostra, uno dei più ampi progetti espositivi realizzati dall’artista nel corso della sua carriera, attraverso un profondo e originale dialogo tra storia e contemporaneità, propone un cambiamento del modello di riferimento: dall’uomo al centro dell’Universo, concetto fondante dell’Umanesimo, all’uomo come parte di un tutto in cui ricercare una nuova armonia attraverso la distruzione di ogni gerarchia e visione piramidale.
Tratto da INTRODUZIONE AL CATALOGO DEL DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE PALAZZO STROZZI ARTURO GALANSINO
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